Minimo sforzo, massimo comfort
Hai mai sentito questa frase: “Minimo sforzo, massimo comfort”?
A volte è ciò che desidero anch’io, ma non sempre coincide con ciò che è meglio per me.
Se ci pensi, spesso ci muoviamo cercando di evitare la fatica, alla ricerca del piacere immediato. Ma lo sforzo fa parte della vita, non è qualcosa che si può sempre evitare.
In molti aspetti della nostra vita dobbiamo mettere sforzo. Per lavorare dobbiamo mettere sforzo, per imparare e crescere professionalmente serve sforzo, una relazione interpersonale richiede sforzo…
E’ vero, viviamo una realtà di grande benessere, dove non dobbiamo faticare molto per ciò che ci serve. L’acqua esce dal rubinetto, il cibo è nel frigo, per muoverci usiamo l’auto o i mezzi pubblici e molto altro. In certi casi non dobbiamo nemmeno fare le scale, c’è l’ascensore!
Tutto questo comfort, però, sta generando una grande fragilità emozionale. Viviamo nell’illusione continua, che si possa evitare lo sforzo. Ma questa idea è una illusione che ci rende molto fragili, molto più deboli. Basta pensare alla quantità di psicofarmaci che si vendono.
Meno una persona si impegna nella fatica e più ha paura della fatica. Tutto ciò crea uno stato forte di fragilità interna.
Le piccole sofferenze ci aiutano a vivere le grandi sofferenze. Quando si è abituati a piccole difficoltà, le grandi difficoltà sono più facilmente affrontabili. Ogni giorno, affrontando ciò che accade, costruiamo il coraggio e la consapevolezza che abbiamo le qualità di affrontare quella fatica. Non dobbiamo avere paura della fatica, ma avere paura della pigrizia.
Dobbiamo ricordarci che una delle funzioni chiare della pigrizia è toglierci le opportunità che la vita ci offre. Abbiamo delle belle opportunità, ma la pigrizia le lascia passare.
Molto spesso diciamo “Non ne è voglia, è faticoso…”. Qual’è, quindi, la soluzione?…mi chiederai.
La soluzione è coltivare lo sforzo entusiastico.
Che cos’è lo sforzo entusiastico? La gioia nella virtù, la gioia in ciò che è virtuoso.
Quando siamo davanti ad una scelta, scegliamo quindi ciò che è virtuoso e non ciò che è meno faticoso. Facciamo la scelta di ciò che è di beneficio, non solo a breve termine, ma anche a medio/lungo termine per noi e per gli altri. Spesso scegliamo ciò che è più facile e richiede meno sforzo. Nello sforzo entusiastico questo schema è rovesciato.
La scelta è ciò che dà più beneficio. La scelta è: “Fa bene o non fa bene? Rende la mia vita più significativa?”
Per questa settimana ti propongo questa pratica: coltivare lo sforzo entusiastico.
Quando ti trovi di fronte ad una scelta poniti la domanda: “Questa azione è la più facile o è la più virtuosa per me e per gli altri?”.
Fai questo piccolo sforzo ! Non sei la sola, siamo in tanti.
Un abbraccio,
Lisa
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)