Nella scorsa mindful letter ti ho parlato dell’amorevole gentilezza.
Tu, che hai frequentato il corso di Mindfulness o che mi leggi costantemente, sai che non si tratta di qualcosa da comprendere intellettualmente ma di qualcosa di cui fare esperienza.
Pertanto, ti sei esercitata durante la settimana ad osservare la relazione che hai con te stessa? Che cosa è emerso? Sei riuscita a dedicare pensieri e gesti di gentilezza verso te stessa?

Come ben sai, lo sviluppo dell’amorevole gentilezza si inserisce all’interno di un percorso di crescita personale più ampio che, in questi anni di incontri, ci ha portato a scoprire come i pensieri tossici entrano dentro di noi e inquinano la nostra mente e le nostre azioni.
Come contrastare questo meccanismo nascosto che ormai non ci permette di vivere bene?
● Il primo passo, come hai visto, è lo sviluppo della consapevolezza. Grazie alla pratica della meditazione possiamo sviluppare la capacità di presenza e di osservazione di noi e della realtà che ci circonda.
● Il secondo passo è lo sviluppo di qualità che ci permettono di contrastare gli “inquinanti mentali” a cui siamo abituati e che ormai non percepiamo più. L’amorevole gentilezza ha una grande amica: la generosità.
La generosità è una qualità importante perché contrasta l’attaccamento a cose e persone.

Cos’è l’attaccamento?
Per attaccamento intendo quella tendenza a confondere il possesso di qualcosa o di una persona con la felicità. L’attaccamento ci porta ad attribuire ad oggetti esterni e a persone vicine a noi il potere della felicità senza accorgerci che questa tendenza ha in sé il seme dell’infelicità.
Ricorda: imparare a rinunciare a ciò che ci fa male è un grande gesto di generosità e gentilezza verso noi stessi. Prima di sviluppare la generosità verso gli altri impariamo a volerci bene e iniziamo ad osservare ciò che ci fa bene.
Prova a porti queste domande: se inizio a dedicare del tempo a ciò che mi nutre e non a ciò che mi “riempie”, cosa cambierebbe nella mia vita? Se lascio andare un atteggiamento che porta in sé gelosia, rancore, o rabbia, cosa accade?
Ti lascio con queste domande. Coltiva le risposte e persegui la tua felicità. Perché la generosità non si esprime solo attraverso le azioni, ma anche attraverso i pensieri.
Ti auguro di riuscire un giorno a dire a qualcuno: “Che tu possa essere felice, ma non alle mie condizioni”.
Il tuo cuore, allora, sarà realmente pieno d’amore, prima di tutto verso te stessa e poi anche verso gli altri.
Ci vediamo ai prossimi incontri per continuare a sperimentare questa crescita e condividerla insieme.

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