Vorrei fare un tuffo sott’acqua, sentirmi leggera e spegnere i rumori della mente, vieni anche tu? Sai laggiù nel profondo, dove si vede un mondo che da lassù sembra invisibile, dove c’è vita, colori, correnti calde e si nuota in piena libertà. Ogni giorno mi sveglio e mi tuffo. Mi tuffo nella meditazione. E’ la stessa cosa.
Vado nel profondo e osservo un mondo invisibile che a volte è quieto e a volte inquieto. Sai, all’inizio mi terrorizzava quando era inquieto, non riuscivo a stare con il respiro, sentivo ancora i rumori in superficie che mi distraevano dall’osservare, ma più scendevo e più osservavo con attenzione, più riuscivo a partecipare a quel mondo, mio sì, il mio mondo interiore.
Il silenzio là mi avvolge e posso ascoltare il mio cuore. Lo sento forte, vicino, ricco, intenso. Posso ascoltare tutte le sensazioni che lo attraversano. Ogni volta che mi immergo sul fondale trovo un luogo sicuro in cui tornare.
Sul fondale
Inspirare ed espirare è come muovere sott’acqua braccia e gambe, ad ogni movimento si avverte l’acqua che sfiora il corpo, trasparente ma compatta. Così è la respirazione finchè medito. Chiudo gli occhi e ascolto l’inspirazione e l’espirazione che mi porta in contatto con il corpo e con tutte le sensazioni che nascono dal respiro. Ed è fantastico stare intensamente in quell’istante, nel presente, nel qui e ora.

Sto concentrata su qualcosa di vero, di presente, di esistente. La mia concentrazione acquista potenziale. So che molti, e forse anche tu, meditano nella speranza di entrare in un tunnel buio, nell’assenza completa di pensieri, pensa di poter creare un mondo parallelo, una sorta di Nirvana dove non si sente più nulla. E’ invece alla totale presenza che le antiche tradizioni Buddiste hanno sempre rivolto attenzione meditando.
Consapevole del presente
Consapevole del presente non mi blocco più davanti alle problematiche, ma le ridimensiono, le riporto alla loro natura. Pian piano i pensieri diventano meno ingombranti. E che gioia ogni mattino svegliarsi più leggera e consapevole dei miei impegni, delle mie sfide, dei miei obiettivi senza averne paura.
Come quando da piccola correvo per l’assegnazione del ruolo più faticoso, nel gioco assegnato dalla maestra, per impegnarmi il più possibile verso il successo. E quando non riuscivo a vincere? be’ a quei tempi mi disperavo, ma ora sono diventata grande e considero anche le perdite successi per analizzare nuove opportunità!
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